Pagina aestiva
Scrivendo d’estate, la pagina dovrebbe essere “estiva”, presentarsi accaldata, avvampata dal sole. Però coi mille problemi che attraversano la penisola, lo sfondo del foglio rischierebbe di apparire addirittura rovente, col grave inconveniente che finirebbero per risentirne non poche mentali falde idriche di italioti, specie abitanti del Sud, dove già il caldo (oltre che di sovente il piombo) spadroneggia ab immemorabile tempore surriscaldando uomini, mosche e cose.
La pagina estiva dovrebbe chiedere perdono di presentarsi (ma, allora, quelle invernali?), eppure sa che dovrebbe esserci non foss’altro che per caparbia testimonianza del valore della continuità rispetto al resto dell’anno, quasi a dispetto o a disfida delle cavallette del sol leone che s’avventano pure sui marini pedalò con le foche dei villeggianti appiccicati sopra.