Nessuno mi può giudicare
Officina Anima Mundi | a cura di Plinio Perilli
L’illuminato giudice Marcello Vitale porta il suo sguardo nella Torino contestataria della sua giovinezza, e inventa – da gemme e radici di realtà – una trafelata ma pur felice vicenda amorosa (e insieme disfida antropologico-culturale, duello psico-sociologico, schermaglia erotica, anche) con una indimenticabile figura di ragazza, di giovane donna libera e coraggiosa, implacata e implacabile contro le ipocrisie e le sopraffazioni della Società e dei suoi Leviatani (o più modesti gendarmi, parassiti, lacchè).
Marcello Vitale (Nicastro, CZ,1939) è Presidente Aggiunto Onorario della Corte di Cassazione e già Presidente della Prima Sezione Penale della Corte di Appello di Roma. Ha iniziato la sua carriera a Torino negli anni della contestazione stundentesca quale Sostituto Procuratore della Repubblica. In Calabria, dove ha svolto le funzioni d titolare della Corte di Assise di Catanzaro e di Procuratore della Repubblica di Lamezia Terme, si è occupato di numerosi procedimenti a carico di pericolose organizzazioni criminali di stampo mafioso riportando gravi minacce. É autore di nove raccolte di poesie e di tre romanzi, di cui due gialli del genere legal thriller.