“Nessuno mi può giudicare”, l’amore fra una sessantottina e un magistrato Regina Resta Verbumpress
Chi, come me, in quegli anni tristi e determinanti per la storia del nostro Paese, studentessa liceale, ha vissuto intensamente quel periodo, non può non avere un forte impatto emozionale e di interesse letterario quest’ultima opera del caro amico Marcello Vitale, Presidente Aggiunto Onorario della Corte di Cassazione e già Presidente della Prima Sezione Penale della Corte di Appello di Roma.
Sono stati gli anni più importanti della mia generazione, vissuti nel sogno di cambiare tutto per rendere migliore il mondo, creare una società più moderna, più equa, più costruttiva.
Jim Morrison cantava «We want the world and we want it now», «Vogliamo il mondo e lo vogliamo adesso». Lo slogan traduceva quello che, in real¬tà, i giovani in ogni angolo del mondo volevano: cambiamento, rivoluzione.
Eravamo ragazzi e ragazze che ci emozionavamo e ci mobilitavamo per guerre lontane, che sentivamo come nostre le ingiustizie subite da altri.
In questo libro, magistralmente scritto, ricco di emozioni, di eventi reali e vissuti, scritti con accurata perizia e dovizia di dati storici, si intreccia una bellissima storia d’amore ambientata a Torino con sfondo la irrisolta “Questione meridionale” e il movimento internazionale della contestazione sessantottina.
“Nessuno mi può giudicare. Non solo ’68: Storia d’amore a Torino tra una studentessa contestatrice e un magistrato del Sud”: è il titolo del romanzo di Marcello Vitale, edito da Ensemble.
La storia si snoda attraverso questa bellissima storia in una città simbolo degli anni ’68 dove la voce femminista e di coraggio di questa giovane donna fa da contralto alle vicende reali storiche del periodo torinese di avanguardia culturale e demagogica.
L’autore però apre uno spazio riflessivo e di analisi del problema delle grandi lacerazioni non ancora del tutto risolte, tra un Nord fortemente avanzato e un Sud che si trascina faticosamente che offre continue menti che nel Nord trovano spazio e riconoscimenti.
Uno spaccato di storia reale dove il tema dello sfruttamento dei lavoratori ad opera dello spregiudicato industrialismo del boom economico, viene descritto per mettere in risalto le divergenze e le inadempienze politiche per rimarginare e ridurre la divisione, poi c’è il problema dell’emigrazione, la condizione di subalternità delle donne, il potere criminale sull’intero territorio delle organizzazioni mafiose e ‘ndranghetiste con relative diramazioni politiche, aspetti che troviamo ancora oggi, nonostante siano stati fatti passi da giganti anche grazie a figure illustri come lo stesso autore del Potere giudiziario e delle istituzioni.
Una lettura avvincente e a volte dura, ma realista al massimo perché chi legge ha subito la certezza dei fatti e la consistenza delle motivazioni di fondo.
Marcello Vitale, dall’alto della sua lunga esperienza professionale, ha tratto ispirazione da storie concrete per consegnare al pubblico di oggi , ai giovani così disorientati in questo periodo di transizione e di stasi, una fonte di energia e di ispirazione per ritrovare la forza e il coraggio di lottare per ideali e trovare motivi di speranza perché Il ’68 fa parte di quella lunga serie di argomenti che non si affrontano mai nel programma di storia, a scuola, ma che effettivamente sarebbero quelli più importanti da sapere, per continuare a combattere per i loro sogni e un futuro migliore.
*Regina Resta, editore Verbumpress