Recensioni: “La bolgia dei dannati” di Marcello Vitale GLICINE Associazione e rivista culturale
La bolgia dei dannati, Cairo Editore, è il nuovo giallo di Marcello Vitale, una trama giocata fra intrighi di ‘ndrangheta e relazioni oscure che coinvolgono i social media e una misteriosa setta di fanatici della rete.
Si apre un nuovo caso e comincia una nuova avventura per il procuratore Aurelio Rasselli, il personaggio creato da Marcello Vitale, autore al suo quinto romanzo, a sua volta procuratore e magistrato italiano per ben 43 anni.
Rasselli è un protagonista/non-protagonista, che vorrebbe vivere lontano dalla luce dei riflettori, accontentandosi di fare bene il proprio lavoro nella più assoluta tranquillità. Proprio alla ricerca di questo, in piena pandemia si trasferisce lontano da una vita che non gli appartiene più, da nord a sud, nella piccola città calabrese di Larodi, dove è nato. Ma Larodi – nome di fantasia per Lamezia Terme, città natale dell’autore – è teatro di una violenta lotta di ‘ndrangheta fra un capo bastone e il suo rivale in ascesa.
Il procuratore si troverà coinvolto in un intrigo giallo fatto di sangue, vendette e relazioni pericolose. Le sue spire coinvolgono addirittura una strana setta pseudoreligiosa, i cui adepti agiscono in rete sotto copertura: da qui il titolo del romanzo, La bolgia dei dannati, racconto di un’umanità perduta che si muove sullo sfondo disperato del periodo covid e di un sud raccontato al presente, fatto di contraddizioni e violenza ma intriso di un suo fascino fatale.
La Calabria di Vitale è quasi un luogo ibrido, dove la verità si confonde insieme a queste vite senza punti di riferimento che si agitano insieme, perse in un girone infernale che sarà divelto senza pietà, a colpi di penna.
Giulia De Sensi